La Via dello Yoga

Yoga chitta vrtti nirodah
Ovvero: Lo yoga arresta i tumulti della psiche o anima
Yoga sutra 1.1-4

La Via dello Yoga



Vi capita mai, ad esempio, che per lavoro o per una questione di vita che merita attenzione, abbiate necessità di concentrarvi su pensieri specifici e nel giro di pochi istanti, massimo qualche minuto, siate a cavallo di pensieri che vi hanno condotto da tutta un’altra parte? 

O vi capita che durante una passeggiata, o sotto la doccia, o in un momento di relax in poltrona, mentre vorreste tuffarvi in un rigenerante silenzio della testa, accade che invece una vagonata di pensieri, questioni, emozioni, ricordi, canzoncine, vengano, vadano, si sovrappongano si mescolino e per voi sia impossibile mettere ordine, scioglierli, silenziarli o mandarli via? Vi capita eh…

Se non vi ci siete mai soffermati, fatelo ora. Fermatevi, mettetevi comodi ed osservate per qualche minuto il contenuto della vostra ‘testa’. Troverete un sacco di pensieri, ne troverete un numero enorme che soggiorna e vaga nel vostro spazio più profondo, senza invito. Nel loro vagare sono assolutamente autonomi. Non si sa dove fossero prima di essere nella vostra testa e non si sa chi, come, dove e quando gli abbia aperto la porta. 

A volte andiamo a dormire con una canzoncina nella testa ed al mattino è ancora li. La sensazione, quindi, è che siano loro i padroni della nostra testa e noi possiamo solo provare a sopravvivervi.

Questo è uno dei più grandi ostacoli allo svolgimento della vita umana, per quanto in pochi, soprattutto in Occidente, ne siano consapevoli. Non sto esagerando.

È evidente a chiunque che ogni nostro agire ha sempre a monte un pensare. L’uomo non può dirsi tale se non pensa. Poi, certo, i pensieri possono essere automatici, condizionati, indotti, caotici oppure deliberati, viventi, consapevoli, liberi e logici: Ma sempre a monte dell’azione vi è un pensiero. 

Il punto è che prima di arrivare ad analizzare se i nostri pensieri sono condizionati e automatici o liberi e viventi, dobbiamo renderci conto che la vita del nostro pensiero è, se non si fa un lavoro apposito, una giungla, un centro commerciale pieno di luci e rumori, un viale cittadino invaso di auto nell’ora di punta, un luna park con tutte le giostre e la musica accesi in contemporanea.

Quanta fatica, sforzo, disordine, inconcludenza, frustrazione, insuccesso questo caos generi nelle nostre vite, non ne siamo affatto consapevoli. Ma se poteste vederlo, cerchereste subito una soluzione perché quel caos di pensieri che affollano la mente, impediscono di vedere chiaramente la nostra strada e scorgere i nostri talenti e dunque incarnare la migliore parte di noi stessi in questa vita. Tutti avrete provato cosa significhi non essere presenti ai propri pensieri e le conseguenze di questa assenza. Può accadere perché si è stanchi, perché si è assonnati, perché si sia sotto l’effetto di farmaci, alcool o sostanze, o ci si trovi in un contesto caotico ove tutto va troppo velocemente per essere governato; per esempio, una manifestazione sportiva, un concerto, una festa. Se vi collegate a questi esempi potrete vedere qui, ora, da soli, come la vostra coscienza in quelle situazioni sia sognante.

Perché? Perché in quei frangenti non siete padroni dei pensieri che girano nella vostra mente. Gli unici pensieri che si muovono in essa in quei momenti sono puramente “funzionali”. Ballo, raggiungo persone, chiacchiero, grido, strillo, tifo. Nulla di più che questo. Non potreste certo in quei contesti scrivere un libro, un tema, una poesia, un pensiero.

Cosa ci dice questo? Ci dice che possiamo essere più o meno padroni di ciò che pensiamo e di conseguenza di ciò che facciamo. Volutamente non parlo dei sentimenti, ci porterebbe troppo a largo. 

Lo Yoga tradizionale, quello di Patanjali che viene codificato 500 anni dopo Christo, ha come scopo primario il governo e l’arresto di quell’incontrollata agitazione di pensieri.  E questo non per capriccio ma per uno specifico progetto evolutivo dell’umano.

Quell’agitazione dei pensieri, il sanscrito la chiama Chitta-Vrtti. Dice infatti il sutra 1.1-4 degli Yoga Sutra di Patanjali: “yogash chitta-vritti-nirodhah”. Vrtti significa “vortice”, o “attività circolare senza inizio né fine” e “chitta” è la mente. Il sutra dice allora che “lo Yoga arresta il turbinio (vrtti) nella mente (chitta)”

Se quel ribollire crea tutti quei problemi che vi ho detto, allora possiamo anche dire che lo Yoga, se li arresta, è uno strumento di guarigione e di realizzazione. 
Ma come fa e che cosa è lo Yoga? Sicuro che in mente vi sono subito venute le posture, gli Asana. E certo. Che Asana sia yoga non vi è dubbio. Ma non è tutto li. Asana è solo uno degli otto strumenti, o passi, che lo yoga utilizza per guarire la casa dell’Uomo: la sua attività pensante. Ribadisco, non è tutto qui, ma questo ora ci basti. Comprendere lo Yoga non è possibile che accada in un breve articolo. Stiamo solo mettendo dei piccoli semi.

Potremmo dividere in due gruppi da quattro gli otto strumenti che offre lo yoga. Quelli che riguardano uno yoga più del corpo, più esteriore, e quelli che agganciano l’interiorità a partire dall’ego – o anche detto personalità – per raggiungere e riunirsi all’IO – o anche detto sé superiore o spirito.
La parola Yoga significa infatti unione. Con esso possiamo riunire tutte le parti di cui noi esseri umani siamo costituiti e che per via della vita che viviamo sono sempre in disarmonia.
Le parti di cui siamo costituite sono nove ma per semplicità ne citeremo solo quattro e sono: corpo fisico, corpo vitale, corpo dell’anima e corpo dell’Io o Spirito. Quando questi corpi sono in armonia, l’Uomo è in salute e progredisce nella sua vita. Quando c’è disarmonia in essi, arriva la malattia del corpo e della psiche. E l’Uomo non può essere sovrano della sua vita.


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